martedì 8 maggio 2018

Ermanno Olmi

E' morto ad Asiago all'età di 86 anni il regista Ermanno Olmi, uno dei grandi maestri del cinema italiano.
Nato nel 1931 a Bergamo, perse il padre durante la guerra; dopo aver lasciato gli studi al liceo artistico, si trasferì a Milano per frequentare i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica; contemporaneamente per mantenersi trova un lavoro come fattorino, che lo porta a sviluppare la sua nascente passione per la regia girando alcuni filmati delle produzioni industriali.
Nel corso dei primi anni realizza solo documentari, l'ingresso nel cinema avviene nel 1959 con "Il tempo si è fermato"; nel 1965 il primo grande successo che lo impone all'attenzione di critica e pubblico, "E venne un uomo", storia di Giovanni XXIII.
Nel corso degli anni altri film , con alterne fortune, fino a quando nel 1978 realizza il suo capolavoro: "L'albero degli zoccoli", che racconta la vita dei contadini nelle campagne bergamasche nei primi del '900: il film vince la Palma D'oro al Festival di Cannes ed è ricordato come uno dei capolavori del cinema italiano.
Nel 1982 fonda la scuola di cinema "Ipotesi cinema". In questo periodo dirige vari spot televisivi; nel 1987 torna sugli schermi con "Lunga vita alla signora!", premiato al Festival di Venezia con il Leone D'ARgento. Nel 1988 sempre a Venezia vince il Leone D'oro con "La leggenda del santo bevitore", pellicla di stampo internazionale che si aggiudica anche quattro David Di Donatello.
Altri suoi film, meritatamente ricordati: "Il segreto del bosco vecchio" (1993), tratto da un romanzo di Dino Buzzati, "Il mestiere delle armi" (2001, vincitore di nove David Di Donatello), "Cantando dietro i paraventi" (2003), e "Centochiodi" (2007), il suo ultimo lavoro.
Sono particolarmente affezionata a "L'albero degli zoccoli", perchè essendo bresciana è come se il regista in quel film avesse narrato anche la vita dei miei antenati, sentita in vari racocnti familiari (le terre bresciane e bergamasche sono molto simili, tanto è vero che ho visto il film senza sottotitoli perchè il dialetto lo capivo quasi tutto, essendo quasi identico al mio).




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