lunedì 24 aprile 2017

Il permesso- 48 ore fuori, 2017



Regia di Claudio Amendola, con Claudio Amendola (Luigi), Luca Argentero (Donato), Giacomo Ferrara (Angelo), Valentina Bellè (Rossana).


Quattro detenuti dello stesso carcere ricevono un permesso premio di 48 ore: Donato vuole cercare la mogie Irina, di cui da tempo non ha più notizie; Angelo trova ad aspettarlo gli amici di sempre; Rossana viene prelevata dall'autista perchè la ricca madre è via per lavoro e non ha tempo da dedicare alla propria figlia;Luigi torna dalla moglie e dal figlio Michele, ma avrà un'amara sorpresa...




Film duro ma bello e ben fatto, tematica interessante anche se personalmente dubito che in un normale permesso di 48 ore possa succedere di tutto come accade ad alcuni dei protagonisti di questo film.
Abbiamo quattro personaggi, quattro detenuti nello stesso carcere mai incrociatisi fra loro prima (e anche durante il film, solo Rossana e Angelo si incontreranno): di loro non sappiamo nemmeno esattamente cosa abbiano fatto per la maggior parte del tempo, a parte Angelo di cui sappiamo subito essere in carcere per una rapina.
Li vediamo per la prima volta all'uscita dal carcere per il famoso permesso: non c'è nessuno ad aspettarli, si incamminano da soli verso la libertà "a tempo" probabilmente tanto desiderata; solo Rossana trova ad aspettarla Walter, l'autista di famiglia. Sono persone di ambienti, età culture molto diversi, accomunati solo da quel luogo che stanno lasciando, e dal non sapere come effettivamente verranno accolti una volta tornati nella società civile e dalle stesse famiglie. Donato ha una moglie, Irina, di cui da tempo non sa più nulla se non che il boss per cui lavorava l'ha ridotta alla prostituzione; l'uomo la cerca disperatamente finendo per essere risucchiato tra le spire di quel mondo che in realtà avrebbe voluto tenere lontano. Luigi invece sogna, una volta scontata la pena, di passare il resto della sua vita accanto alla moglie "come un qualunque pensionato" (come dice lui); ma una volta a casa scopre che il figlio Michele lo ha mitizzato a tal punto da aver seguito le sue orme, compiendo però un gravissimo errore, visto che ha truffato un pericoloso boss dello spaccio di droga.Anche a Luigi quindi nn resta che ritornare sulla strada del crimine, con finale tragico. In fondo ai due personaggi più adulti è stata riservata la sorte più pesante e senza speranza, forse per quel loro inconscio attaccamento alla vita delinquenziale nel senso più "fatale": vorrebbero una vita diversa, ma non riescono più a uscire dall'ambiente criminale.
Agli altri due personaggi, i più giovani, è riservata una storia intrecciata e che dà speranza: Rossana è una ragazza ricca e viziata ma anche molto sola, in carcere perchè ha tentato di introdurre vari kg di droga dopo un viaggio all'estero, solo per gioco; Angelo proviene dalle borgate, è in galera perchè ha tentato una rapina con alcuni amici, è l'unico che è stato arrestato ma non ha fatto i nomi dei compagni. Pe entrambi il ritorno a casa è in solitudine: il nonno di Angelo è morto lasciandogli la casa, madre di Rossana è all'estero per lavoro e si disinteressa della figlia, affidandola al buon cuore dell'autista. Entrambi progettano di trovare in quelle poche ore i soldi per lasciare l'Italia e non dover più tornare in galera, entrambi non hanno ancora persona la speranza di un futuro diverso e migliore e sono anche in grado di ricostruirselo, forse assieme. Sono loro che costituiscono la parte positiva del film, a controbilanciare al drammaticità delle altre due storie.
Un film con uno stile asciutto e con poche concessioni al sentimentalismo, nonostante qualche buco nella sceneggiatura e una colonna sonora tavolta sparata ad alto volume. Non nuovo nel panorama del cinema italiano ma ccomunque interessante.


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