sabato 17 dicembre 2016

Rocco Schiavone, 2016



Regia di Michele Soavi, con Marco Giallini (Rocco Schiavone), Ernesto D'Argenio ( ), Isabella Ragonese (Marina), Giorgia Wurth ( ), Massimo Olcese


Rocco Schiavone è un vicequestore romano trasferito ad Aosta come punizione per i suoi metodi poco ortodossi. Profondamente romano nell'animo, Rocco odia la nuova destinazione e lo dimostra in tutti i modi: nonostante il clima si ostina a mettere il loden e le Clarks, con conseguenze prevedibili.
Anche ad Aosta- tra finti suicidi, omicidi sulle piste da sci, rapimenti, cadaveri scambiati- il da fare non manca, ma la grande passione di Rocco è la moglie Marina, morta qualche anno prima, che però continua  a fagli compagnia sotto forma di fantasma...




Quando ho saputo che si stava girando una serie tratta dai romanzi di Antonio Manzini con protagonista Rocco Schiavone, sono stata contentissima visto che sono una fan quasi della prima ora del vicequestore romano. Personalmente mi sono sempre figurata Rocco con il volto di Piefrancesco Favino e Marina con quello di Chiara Mastroianni (in un'intervista a Manzini ho letto che anche lui avrebbe scelto quest'attice), e tutt'ora continuo a vederli così, ma tanto di cappello ai bravissimi Marco Giallini e Isabella Ragonese!

La fiction mi è piaciuta molto, l'ho trovata fedele ai romanzi sia nella riproduzione delle vicende che delle ambientazioni e nella caratterizzazione dei personaggi.
Come i fans dei romanzi sanno, l'azione si svolge principalmente ad Aosta, dove Rocco è stato trasferito a scopo punitivo dopo aver pestato uno stupratore figlio di un noto politico; nonostante in questo caso gli si potesse dare ragione, in realtà il personaggio è più complesso e sopratutto politicamente non corretto. E' un poliziotto corrotto, che viene dalla strada e i cui migliori amici sono quasi tutti piccoli delinquenti, non lesina uso di canne e spesso tratta male i suoi sottoposti. Al tempo stesso è anche molto umano, ed essendo anche brillante e capace nel suo lavoro alla fine lo vedi appassionarsi ai casi; in fondo è un buono, che soffre per la morte della moglie che ama ancora molto, al punto di averla come interlocutore fisso quando torna nella casa aostana spoglia; odia Aosta e il freddo e si ostina a girare con il loden e le clarks che poi puntualmente rovina perchè infradiciate dalla neve. Trovo che Giallini abbia saputo rendere molto bene la personalità e le contraddizioni del personaggio, e che ciò vale anche per gli attori di contorno: certo, come già nel libro l'effetto è quello d ricordare di molto il commissario Montalbano e il commissariato di Vigata, ma era un rischio inevitabile e che comunque  non influisce, a mio avviso, sulla godibilità del prodotto. Anche Isabella Ragonese ha reso molto bene Marina, compito tanto più difficile quanto per il fatto del poco tempo a disposizione in scena per il personaggio rispetto agli altri. La trama è abbastanza fedele ai romanzi, i cambiamenti sono pochi, ma la cosa che ho apprezzato più di tutto in questo caso è stato il sottolineare con la fotografia e i colori la differenza, nello stato d'animo del protagonista, tra Roma (la città natale a cui è molto legato, dove vivono le persone a lui care, quella dove ha vissuto con Marina e quindi tutti i ricordi felici a lei legati) e Aosta (la città della punizione, quella della vita attuale grigia e infelice): per la prima colori caldi e solari, per la seconda colori freddi e cupi. La stessa cosa che succede quando in scena compare Marina: i toni si riscaldano, per poi tornare freddi subito dopo.
Non ricordo quanti sono esattamente i romanzi ma chissà se la fiction continuerà comunque?




1 commento:

  1. Io invece i romanzi non li conoscevo, quindi questa serie è stata per me una sorpresa del tutto inaspettata e del tutto piacevole.

    E sono contento che abbiano preso Giallini e Ragonese. :)

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