lunedì 6 giugno 2016

La pazza gioia, 2016

 Regia di Paolo Virzì, con Micaela Ramazzotti (Donatella Morelli), Valeria Bruni Tedeschi (Beatrice Morandini Valdirana), Anna Galiena (Luciana Morelli), Marco Messeri (Floriano Morelli).







Beatrice e Donatella si conoscono in un OPG dove entrambe si stanno sottoponendo a una terapia di recupero imposta loro dalla legge; la prima è una nobile decaduta con vari disturbi compulsivi tra cui mitomania,ladra, incline a mentire e a imbrogliare, la seconda invece è una donna con un passato tragico a cui è stato tolto il figlio, dato in adozione. Tanto la prima è logorroica e invadente (anche se incapace di creare legami con nessuno), tanto la seconda è silenziosa e chiusa in sè stessa. Inspiegabilmente le due fanno amicizia, e un giorno- complice il ritardo del pullman dell'istituto che doveva riportarle a casa dopo il lavoro in un vivaio- le due fuggono prendendo un autobus.
Inizialmente gli scopi della fuga sarebbero diversi: Donatella vorrebbe rintracciare il figlio per vederlo almeno da lontano, mentre Beatrice vorrebbe raggiungere un suo ex amante galeotto ora ai domiciliari; ma la fuga verso "la pazza gioia" del titolo unirà le due donne molto più di quello che loro stesse si aspettavano....




Un film molto bello ma anche - a mio avviso- molto forte emotivamente  in alcuni punti. Dalla mia, devo dire che forse ho il fatto di aver vissuto alcune problematiche (in maniera un po' diversa da quelle trattate qui, non così drammatica ma altrettanto pesante) di quelle trattate con una persona a me vicina; senza contare che  essendo da poco sopravvissuta a un incidente stradale e avendo- anni fa eh!- un'altro incidente identico a quello di cui, verso la fine del film, rimane vittima la Ramazzotti (con la differenza che io avevo ragione perchè stavo attraversando sulle strisce)....la serata per me è finita che sono uscita con un mal di testa talmente forte che ho dovuto farmi riaccompagnare a casa dalle amiche con cui ero, lasciando la macchina nel parcheggio dove l'avevo messa e tornando a prenderla il giorno dopo.
Excursus personale a parte, il film in sè è molto bello e conferma la capacità di Virzì di raccontare con sensibilità  gli esseri umani e in particolare le donne con i loro tormenti, sentimenti, fragilità, poco tollerati in un mondo sempre più veloce e incomprensibile, dove  si ha l'obbligo di essere ottimisti e felici a tutti i costi altrimenti si viene etichettati come perdenti, lagnosi,"pittime" e si viene messi al bando. Non c'è spazio nella nostra società perchè ha una sensibilità più acuta, per chi è veramente "diverso".
Ed ecco che una giovane madre in difficoltà, anzichè ottenere aiuto e supporto dalle istituzioni, viene ulteriormente vessata togliendogli il bimbo anche quando- per amor suo- arriva ad ammettere di essere "nata triste" e di voler essere curata: fa niente se la poverina è vittima di un padre che se n'è sempre fregato di lei, di una madre forse troppo svagata e indifferente, di un ex che definire stronzo è offensivo per gli stronzi. Donatella è praticamente stata fatta impazzire dagli altri ma sarà l'unica a pagare per anni di "mobbing affettivo" , e quando compirà un gesto inconsulto le porteranno via il figlio dandolo in adozione (giusto, purtroppo al di là delle colpe quando avvengono certe cose la cosa più importante è la salvaguardia dei minori!), facendole precipitare ancora di più in una spirale autodistruttiva dalla quale solo nel finale si vedrà un barlume di luce...ma sappiamo tutti che da questo tipo di percorsi si resta marchiati a vita, anche se ci si recupera.

Beatrice invece è una donna appartenente a una famiglia nobile, ex moglie di un importante avvocato e fino a un certo punto della sua vita abituata a frequentare ambienti di lusso e personaggi importanti;a quanto sembra però, non è tutto oro ciò che luccica e la donna ad un certo punto è incappata in una storia d'amore sfortunata con un mezzo criminale che ha aiutato in varie truffe e reati, venendo per questo condannata e precipitando sempre più nella sue amnie e nei suoi problemi. Come personaggio a mio avviso è più complesso di quello di Donatella, perchè per lei non è cos evidente la causa del disagio psichico e dei suoi problemi, e oltretutto non sempre è evidente e e netto cosa sia vero o meno di ciò che racconta di sè; solo nella scena più importante, quando l'amica si apre raccontandole per intero la sua storia, abbiamo una rivelazione su quale possa essere stato il suo passato e quanto queste due donne apparentemente così diverse siano in realtà fin troppo simili.
Un po' "strana coppia", un po' Thelma & Louise, el due protagoniste Ramazzotti & Bruni Tedeschi funzionano benissimo sia come coppia che prese singolarmente, complementari l'una all'altra nelle loro caratteristiche fisiche e psicologiche; mattatrici quasi assolute sono coaiduvate anche da bravi comprimari (gli squallidi genitori di Donatella, Marco Morelli e Anna Galiena, i genitori adottivi di Elia, lo staff dell'OPG), con un piccolo appunto: ma 'sta "pazza gioia" del titolo dove starebbe, visto che si vede solo sofferenza e dolore?!



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