lunedì 11 aprile 2016

Veloce come il vento, 2016

Regia di Matteo Rovere, con Stefano Accorsi (Loris De Martino), Matilde De Angelis (Giulia De Martino),Giulio Pugnaghi (Nico De Martino),Paolo Graziosi (Tonino),Roberta Mattei (Annarella).




Giulia De Martino è una giovane promessa dell'automobilismo, e il padre per darle modo di prepararla in maniera adeguata per il campionato GT ha ipotecato la casa di famiglia in modo da trovare il denaro necessario per sostenere le spese delle corse.
Purtroppo l'uomo muore improvvisamente per un infarto e la giovanissima figlia si trova sulle spalle una situazione pesantissima: oltre alla responsabilità del fratellino minore Nico, anche la minaccia di sfratto (con conseguente adozione del bambino). Al funerale Giulia ritrova Loris, il fratello maggiore che non vedeva da dieci anni: ex campione a sua volta, è stato distrutto dalla droga riducendosi a vivere in una roulotte e diventando l'ombra di sè stesso.
Nonostante iniziali incomprensioni e rancori, Giulia chiede a Loris di allenarla per vincere il campionato....


Attendevo questo film da tempo sopratutto per la presenza di Stefano Accorsi, uno dei miei attori preferiti di sempre, e oltretutto ammetto che- anche se le trame sportive non godono dei miei favori, in particolare sull'automobilismo- ero rimasta molto incuriosita dalla scelta di prendere come protagonista uan giovane pilota donna...e vivaddio, non sono femminista ma visto che è una realtà che esiste da tempo era ora!
Non sono rimasta delusa, anche se il film non rientrerà tra i miei preferiti, e mi sono goduta questa storia dove due fratelli divisi da anni ritrovano il loro rapporto attraverso lo sport di famiglia, e dove il mettere a disposizione della sorella la propria esperienza dà modo a un ex giovane promessa dell'automobilismo che ha infilato i sogni in una siringa di riscattarsi e ritrovare una dimensione come essere umano. 

Molte cose non vengono spiegate: viene taciuto tutto della madre dei ragazzi- se ne intuisce unicamente l'assenza e il disinteresse verso i figli), non sappiamo perchè Loris si sia ridotto in quel modo (a un certo punto ha un incubo dove appare uno spaventoso incidente, ma di più non sappiamo)....il regista preferisce concentrarsi sui rapporti familiari, molto fragili, sulle paure di entrambi i protagonisti, sui diversi caratteri, a volte anche contrapposti: Giulia nonostante abbia 17 anni è cresciuta precocemente già prima della morte del padre, e sente sulle spalle il peso di curare il fratellino, di non perdere la casa e di mandare avanti tutto da sola, mentre Loris è più svagato e scanzonato, anche se sotto la sua gigioneria non si perde di vista il dramma di una vita buttata e di un uomo alla deriva.
Inevitabili gli scontri iniziali, forse alimentati da bugie e non detti del padre (anche qui cosa appena intuibile), ma quando Giulia, determinatissima a giocarsi il tutto per tutto, decide di mettere da parte il suo orgoglio e chiedere aiuto a Loris, pian piano i due cominceranno attraverso lo sport a conoscersi, imparando a fidarsi e stimarsi. Certo ci sono anche scene tecniche con corse e dettagli del mondo automobilistico, e addirittura una gara clandestina per le strade di Matera (cosa che, essendo reduce da un incidente grave, mi ha angosciato non poco): ma la parte più interessante ed esaustiva del film è altro dallo sport.
Ottimi gli attori: oltre al duo Matilde De Angelis (una Giulia forte e determinata ma anche fragile per i suoi 17 anni) e Stefano Accorsi (che per interpretare Loris ha perso undici kg) anche Paolo Graziosi nel ruolo del vecchio meccanico Tonino e il piccolo  Giulio Pugnaghi nel ruolo di Nico, soprannominato "Allegria!" da Loris perchè non sorride mai.
Il film è dedicato a Carlo Capone, sfortunato pilota di rally a cui è ispirato il personaggio di Loris


P.S: due cose poco credibili:
1- l'assistente sociale affida due minori a un tossico che vive in una roulotte?!
2- una minorenne va a scuola  a parlare con la preside prendendo impegni per il fratellino?!






1 commento:

  1. a me questo film è piaciuto, tant'è che ho sorvolato sul senso... Accorsi immenso

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