sabato 7 giugno 2014

A Testa alta- I martiri di Fiesole, 2014




Regia di Maurizio Zaccaro ,con Giorgio Pasotti (Giuseppe Amico ), Ettore Bassi (Sebastiano Pandolfo ), Marco Cocci (Alberto La Rocca),Giovanni Scifoni (Fulvio Sbarretta), Alessandro Sperduti (Vittorio Marandola),Johannes Brandrup (Tenente Heissman),Nicole Grimaudo (Rosa Taranto).

Fiesole, 1944: nella piccola caserma della cittadina toscana i carabinieri, guidati dal brigadiere Giuseppe Amico, cercano di aiutare segretamente i partigiani, nonostante siano costantemente controllati dal dispotico tenente Hessiman.
Quando i nazisti scoprono il doppio gioco, si vendicano tendendo un agguato in cui vengono catturati uno cei carabinieri e un partigiano del posto, che vengono torturati e fucilati; non paghi, prendono in ostaggio dieci civili per vendicare l'uccisione di un soldato tedesco in un conflitto a fuoco, minacciando di fucilarli per rappresaglia se non si presenteranno i veri autori dell'uccisione.
Tre carabinieri, seppure innocenti, decideranno di sacrificarsi per salvare gli ostaggi.


Il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana e dei 200 anni dell'Arma Dei Carabinieri, è andato in onda questo bel film per la tv che rende omaggio a tre eroi poco conosciuti, nonostante si siano resi protagonisti dello stesso gesto del loro più famoso collega Salvo D'Acquisto: i martiri di Fiesole, tre giovani carabinieri che pur non colpevoli si sacrificarono per salvare dieci persone che altrimenti sarebbero state vittima di rappresaglia.
Il film è ben realizzato, asciutto come stile narrativo nel raccontare una vicenda di eroismo nata in un piccolo ambiente di provincia, dove tutti si conoscono, e dove durante la guerra la stazione dei carabinieri rappresentava assieme alla chiesa un punto di riferimento solido per la popolazione in difficoltà.
I tre giovani eroi sono resi molto bene dai rsipettivi interpreti nella loro umanità (hanno amici, fidanzate, parenti, gli piace divertirsi), sono uomini comuni ma buoni e onesti che proprio per questo credono in valori che li porteranno alla fine (dopo comprensibili tormenti) a prendere la decisione finale, con coraggio e coerenza.
Nulla di agiografico quindi, e nessuno dei personaggi che primeggi sugli altri o rimanga più impresso, ognuno ha lo stesso spazio in una cornice dove la drammaticità che incalza lascia talvolta spazio anche a momenti più sereni.
Un bell'omaggio per far conoscere una storia che invece merita di essere conosciuta.





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