lunedì 28 aprile 2014

Angelo Bernabucci

E' morto A Roma all'età di 70 anni Angelo Bernabucci, famoso caratterista conosciuto principalmente per il ruolo di burino romano che non le manda a dire; il ruolo più conosciuto è quello di Walter Finocchiaro in "Compagni di scuola" (1988) di Carlo Verdone, che rappresentò il suo film d'esordio.
Tra i suoi film si ricordano ""Vacanze di Natale '90" (1990), "Fantozzi alla riscossa"(1990), "Il conte Max" (1991), "Perdiamoci di vista" (1994), "Il cielo in una stanza"(1999),"Tifosi" (1999).




martedì 22 aprile 2014

Le canzoni con cui sono cresciuta- parte I: infanzia

Dato che ho due soli blog, di libri e cinema, ho provato a resistere a postare qualcosa che non c'entrasse strettamente con questi due argomenti...ma proprio con ce l'ho fatta.
E così eccomi qui, auto aggregata- non invitata ma spero non dia fastidio- alla classifica che sta facendo il giro di alcuni blog in rete, una delle tante con cui periodicamente i blogger si dilettano e divertono: le canzoni con cui si è cresciuti.
Ora, dovete sapere che la sottoscritta anni addietro ha già fatto un lavoro in questo senso: a parte che nella lista rientrerebbero anche sigle di cartoni animati, canzoni di Claudio Villa (con cui mia mamma ha sfracantato buona parte della mia vita) e della prima guerra mondiale (con cui ha sfracantato gran parte della mia infanzia), dopo una rigorosissima cernita epoca per epoca (e attenendomi strettamente solo alle canzoni delle varie epoche....fa niente quindi se da ragazzina sono venuta su con tantissime canzoni degli anni '60...), il risultato è stato questo:

- 4 CD per gli anni '80;

- 3 CD per i primi anni '90 (1990-1993)

- 7 CD non realizzati per mancanza di CD e spazio per gli anni '90 (ho realizzato solo il 1998, l'anno della maturità: 2 CD).

Notare che ho messo solo le canzoni essenziali, eh ;)

Ma se qualcuno leggerà il mio post stia tranquillo, non riempirò il blog di canzoni: mi atterrò alla regola di metterne dieci per post. Allargandomi un po'...ne metterò dieci per epoca.


INFANZIA (1979-1990)

PARADISE (Phoebe Cates)



L'ITALIANO (Toto Cutugno)



JULIET (Robin Gibb)



IO AMO (Fausto Leali)



NOI RAGAZZI DI OGGI (Louis Miguel)



CIAO MAMMA (Jovanotti)



THE FINAL COUNTDOWN (Europe)



QUATTRO AMICI AL BAR (Gino Paoli)



SOTTO QUESTO SOLE (Francesco Baccini e i Ladri di Biclette)



Prossima puntata: Pre adolescenza (1990-1993)....

sabato 19 aprile 2014

Quando c'era Berlinguer, 2014



Regia di Walter Veltroni, con gli interventi di Bianca Berlinguer, Jovanotti,Giorgio Napolitano,Eugenio Scalfari, Pietro Ingrao, Alberto Menichelli, Claudio Signorini, Alberto Franceschini.



Il documentario ricostruisce la figura e la vita del leder comunista Enrico Berlinguer, attraverso filmati, testimonianze di chi l'ha conosciuto affettivamente (I figli Marco e Bianca,il capo scorta) e politicamente.


Come tutti sapete la sinistra non è propriamente la mia parte politica preferita, anche se a dire la verità non ho mai avuto una parte politica preferita): ipocrita, sempre pronta a puntare il dito contro gli altri nascondendo i propri scheletri nell'armadio (e quando non possibile, giustificandoli in ogni modo possibile), più fascista degli stessi fascisti....quando però mi hanno proposto questo documentario su Enrico Berlinguer, ho accettato in quanto mi interessava capirne di più su questa figura storica e politica molto importante.
Devo dire che non ne sono rimasta delusa, il documentario scorre bene, senza essere pesante, anche se a volte calca un po' troppo sull'effetto "nostalgia canaglia" - forse comunque inevitabile per chi quegli anni li ha vissuti, sopratutto se politicamente impegnato coma la vicina che mi ha proposto la visione - e sull'effetto commozione.
Chiaramente è di parte: ho notato che, a quanto pare, secondo l'autore Berlinguer aveva solo pregi: la capacità critica con cui mise in discussione i diktat sovietici, la volontà di cercare un dialogo con cattolici e destra, la moderazione  e il senso del dovere....certo, tutte qualità indiscusse, ma difetti ne avevano solo gli altri? Oltretutto, ed è un punto di cui mi ramarrico davvero molto, non è stata affatto spiegata l'esatta posizione di Berlinguer durante gli anni di piombo a proposito di Br e terrorismo: so certamente che era contrario, e che fu sostenitore della linea della fermezza durante il sequestro Moro (unica parte a cui si accenna nel documentario), ma cosa fece esattamente e concretamente per cercare di fermare gli opposti  estremismi, per condannare le azioni terroristiche della sinistra?
Questa parte è purtroppo stata affidata a nientepopodimeno che Alberto Franceschini, uno dei fondatori delle BR, persona a cui personalmente toglierei il diritto di parola, e che comunque mi sembra la meno adatta da collegare in una qualsivoglia maniera al leader comunista in questione: c'è sempre il rischio che le due cose vengano associate, e non è giusto.
la partecipazione di tale personaggio mi ha sconcertato e può essere inquadrata unicamente in un'ottica che lo considera comunque, anche nel male, uno dei personaggi principali di quella stagione.
Si susseguono anche testimonianze di vari politici, il quadro diviene abbastanza completo anche attraverso vari filmati e foto d'epoca: memorabili ovviamente le scene riprese ai funerali,mai un leader politico aveva avuto tale partecipazione popolare.
Documento chiaro e valido, unica cosa: ma che c'entrava Jovanotti?





venerdì 11 aprile 2014

Il grande sogno, 2009


Regia di Michele Placido, con Riccardo Scamarcio (Nicola), Jasmine Trinca (Laura), Luca Argentero(Libero), Laura Morante (Maddalena ), Silvio Orlando (comandante), Marco Iermanò(Andrea).

Nel 1967 il poliziotto Nicola ha un grande sogno:diventare attore, tant’è vero che al lavoro alterna provini; viene mandato come infiltrato in un’università, dove conosce Laura, studentessa di famiglia cattolica insofferente alle imposizioni della famiglia e pronta a lottare contro le ingiustizie, e Libero, studente comunista sempre in prima fila quando si tratta di organizzare assemblee e manifestazioni.
Inizialmente attratta da Libero, Laura si innamora ricambiata di Nicola, ma quando scopre che è un poliziotto si sente imbrogliata e lo lascia. Nel frattempo arriva il ’68, che cambierà per sempre la storia del nostro Paese e anche le vite dei tre protagonisti…


In questo film Michele Placido narra la sua visione del’68 italiano nelle università, visione non certo nuova e anche, se vogliamo, conservatrice in molti punti(poliziotti cattivi contro studenti buoni). Tra l’altro il personaggio di Nicola è ispirato proprio a lui, che da giovane abbandonò la divisa per fare l’attore.
Il film inizia bene come storia, ma poi continua disperdendosi, a mio avviso, tra ideologie contrapposte, dubbi amorosi, liti familiari e tanto altro, tant’è vero che nell’ultima mezz’ora ho davvero perso i colpi(ma forse non ero dell’umore adatto!).In complesso, il grande sogno del titolo non è solo quello di Nicola di fare l’attore e di Laura e Libero di costruire una società più giusta, ma anche il sogno di una nazione di cambiare in meglio.Ma come dice Nicola, dai sogni prima o poi ci si risveglia..e infatti sappiamo tutti anche i lati negativi che questo ’68 ha avuto in seguito(leggi:terrorismo italiano)
Ho invece trovato davvero bene caratterizzati i tre protagonisti, soprattutto Laura, la ragazza di famiglia e matrice cattolica, tutta perfettina e perbenino  che piano piano prende coscienza delle ingiustizie e della limitatezza della sua condizione e si attiva per lottare sia per gli altri che per sé stessa, emancipandosi dalla famiglia e crescendo come donna. Bravo anche Luca Argentero anche se il suo personaggio appare più macchietti stico degli altri due.
Ovviamente, bellissima colonna sonora…ma visto il periodo non poteva essere altrimenti.


giovedì 10 aprile 2014

Mickey Rooney

E' morto a Los Angeles all'età di 93 anni Mickey Rooney, uno degli ultimi grandi del cinema americano.
Nato a New Yor- vero nome Joseph Yule jr-, si può ben dire che la sua carriera è stata probabilmente la più lunga della storia del cinema americano: avendo esordito nell'ambiente del vaudeville (da cui provenivano i genitori) all'età di due anni, ha fatto l'attore per ben 90 anni, alternando ovviamente vari periodi: attore bambino negli anni venti, diventa il celebre Andy Hardy- personaggio ragazzo di film e scketch- dalla metà degli anni '30 al 1958, anni in cui affianca il celebre personaggio a ruoli di vario tipo al cinema, e in cui conosce l'attrice Judy Garland, che diventerà la sua migliore amica: si ricordano "Capitani Coraggiosi" (1937), "La città dei ragazzi" (1938), "Ragazzi attori" (1939), "Gran Premio" (1943).
Negli anni 50, affianca al cinema anche la radio e la tv (in un sitcom di breve durata); nei primi anni '60 interpreta film come "Colazione da Tiffany", !questo  pazzo pazzo mondo", "Black Stallion" , "Elliott il drago invisibile" e molti altri.
Negli anni '70 attraversa un periodo di crisi al cinema, ma continua la sua attività come doppiatore,; negli anni '80 ritorna al cinema- seppure salturiamente- e in tv partecipando a telefilm come "La signora in giallo", "Love boat" e "le Avventure di Black Stallion", ispirato all'omonimo film da lui interpretato molti anni prima.
A tutte queste carriere va aggiunta anche una discreta carriera come attore teatrale.
Negli ultimi anni lo si ricorda sopratutto per il film "Una notte al museo".
Insomma, non ha disdegnato proprio nulla, e  forse è anche questo, oltre al suo talento, il segreto di una così longeva carriera.
Ho letto che ha vinto due premi Oscar ma non sono riuscita a rintracciare per quali film li abbia vinti, anche se è probabile che uno dei due fosse un Oscar alla carriera....








domenica 6 aprile 2014

Lei (Her), 2014



Regia di Spike Jonze, con Joaquin Phoenix (Theodore  ), Scarlett Jonhasson (Samantha), Amy Adams (Amy ),Rooney Mara (Catherine).

In un futuro indefinito ma non troppo lontano, Theodore, impiegato in un'azienda che scrive lettere digitali per conto terzi,è reduce da un doloroso divorzio e vive da solo, non riuscendo a rifarsi una vita nè sentimentale nè sociale.
La sua vita cambia improvvisamente quando entra nella sua vita l'intrigante, bellissima, seducente Samantha:la donna ideale per Theodore, se non fosse che Samantha è solo la voce del sistema operativo del suo pc...


Senza tanti giri di parole: questo film , osannatissimo da critica, blog di cinema, giornali di cinema, esperti di cinema, si è rivelato essere il classico "Film Zuppa", etichetta da me inventata per tutti quei film che risultano essere di una noia quasi insopportabile e per cui non riesco ad arrivare alla fine, pur sforzandomi.
Il film zuppa, oltretutto,è pure parzialmente dannoso alla salute, visto che provoca dolori e doloretti fisici: solitamente, prima un braccio, poi una gamba che formicola, poi l'altra gamba....insomma, se si è da soli meglio non resistere a questa tortura!
Un'ottima sceneggiatura (non per nulla premio Oscar) è l'unico punto di forza di questo film insieme alla sensuale voce di Scarlett Jonhasson (in Italia, di Micaela Ramazzotti); a dire la verità il messaggio che si intuisce forse non era così male nell'idea iniziale, e purtroppo la realtà descritta nella finzione è pericolosamente vicina a quella che ormai viviamo ogni giorno, in epoca di social network e web, dove i rapporti si costruiscono anche così, in maniera "virtuale", e avolte ci sembrano più veri di quelli che abbiamo nella vita reale. Per tante persone, anche, succede che realtà e virtuale si confondano in maniera quasi inscindibile, provocando anche patologie gravi e pericolose.
A questo gruppo di persone appartiene evidentemente Theodore, il personaggio interpretato molto bene dal dimesso Joaquin Phoenix (veramente orribile con quei baffetti!); dimesso nel look e anche nell'animo, una persona valida ma triste, che non sa aprirsi nel mondo, farsi capire, interagire veramente con gli altri..insomma, un tipo con enormi difficoltà interpersonali.
cosa del resto comune- a quanto pare- a molti dei personaggi nel film, che non che non trovano di meglio che stabilire una vera e propria relazione-di amore, di amicizia- con il proprio sistema operativo...e non trovano in questo nulla di strano.
Theodore arriva a portarsi Samantha in vacanza con un amico e la sua fidanzata (vera), non riuscendo ormai a fare distinzione tra realtà e virtuale, anche se ovviamente in questo è motivato dal fatto che anche un sistema operativo, a quanto pare, è in continua ricerca di crescita personale.
Gli attori sono bravi e la sceneggiatura ottima, ma il film si perde, scorre lento, Theodore suscita alternativamente sentimenti di pietà, angoscia e altro, ma alla fine il risultato è un po' lo stesso de "La grande bellezza":il nulla.
Non me ne vogliamo gli eventuali ammiratori del film e d esperti di cinema più di me....









giovedì 3 aprile 2014

Per amore del mio popolo- Don Diana, 2014




Regia di Antonio Frazzi, con Alessandro Preziosi (Don Giuseppe Diana), Massimiliano Gallo (Antonio Esposito),Adriano Pantaleo (Francesco),Elena Margaret Starace (Teresa),Vincenzo Pennarella (Domenico),Gianluca di Gennaro (Carlo),Franco Barbero (Don Luigi).


Casal di Principe, primi anni '90: Don Giuseppe Diana è un sacerdote molto amato dai ragazzi, che al pensionamento di Don Luigi - il parroco in carica- diventa parroco egli stesso ereditando una parrocchia purtroppo piena di problemi: il territorio infatti è da sempre terreno di guerra per le due famiglie camorriste della zona, i Capuano e gli Esposito, che non esitano a seminare terrore negli abitanti con ricatti e violenze di ogni tipo arrivando anche a coinvolgere ragazzi giovanissimi (che Don Peppe tenta di allontanare dalla strada organizzando eventi di aggregazione in parrocchia).
Quando in un regolamento di conti viene ucciso per sbaglio Francesco, uno dei ragazzi più attivi in parrocchia Don Peppe, che da sempre aveva manifestato la sua contrarietà alla camorra, decide che è ora di fare di più per combatterla....

Il 19 marzo, nell'esatto ventennale dell'uccisione di Don Diana, è andata in onda la prima puntata di questa fiction in due parti dedicata al coraggioso sacerdote che pagò con la vita (come Don Puglisi in Sicilia) la sua attività contro la camorra.
Premettendo che al di là del risultato trovo sempre sia positivo raccontare storie di personaggi di questo calibro, nel caso in questione il risultato mi è sembrato buono, sopratutto visto che il protagonista è interpretato da Alessandro Preziosi, attore che non ho mai amato nemmeno quando era il famoso Fabrizio Ristori di "Elisa di Rivombrosa", trovandolo troppo legnoso e sopratutto monoespressivo.
Nel ruolo di Don Peppe invece mi è parso migliorato, ha saputo ben rappresentare sia il religioso sia l'uomo, il suo ideale di non violenza, di non fermarsi a criticare a parole ma prendendo una posizione netta con gesti significativi (tipo rifiutare la comunione a un boss)e darsi da fare con proposte concrete non solo per sottrarre i giovani del quartiere facilmente prede dei boss, ma anche per migliorare e dare voce alle persone oneste, che in effetti non mancano.
Le difficoltà, gli ostacoli e sopratutto la mancanza di solidarietà attiva da parte delle alte gerarchie religiose e delle forze dell'ordine non impediranno a Don Peppe e ai colleghi che si schierano a suo fianco di superare dubbi e momenti di sconforto perseguendo la loro strada con testardaggine, anche se il prezzo da pagare sarà alto...e anche se dopo vent'anni sembra davvero che poco sia cambiato.
La fiction mantiene un ritmo incalzante che coinvolge lo spettatore facendolo appassionare alle vicende raccontate senza per fortuna ricorrere all'odioso espediente della storiella sentimentale messa a casaccio, cosa purtroppo comune a molte nostre fiction.
Insomma un buon lavoro sopratutto utile e importante.