martedì 11 marzo 2014

Non è mai troppo tardi, 2014





Regia di  Giacomo Campiotti, con Claudio Santamaria (Alberto Manzi),Nicole Grimaudo (Ida Manzi ),Giorgio Colangeli (direttore del carcere minorile),Andrea Tidona (Galbiati), Edoardo Pesce (Eugenio Berti).


Tornato dalla guerra, il giovane maestro Alberto Manzi accetta un lavoro che molti altri prima di lui avevano rifiutato: un incarico come maestro presso un carcere minorile.
Le difficoltà iniziali (ostilità degli alunni, del direttore del carcere) non sminuiscono il suo entusiasmo: il maestro, con metodi innovativi e anche fuori dagli schemi, riesce non solo conquistarsi l'affetto degli alunni, ma soprattutto a portarli a un minimo di alfabetizzazione, tanto che arriveranno anche a realizzare un giornalino che spediranno al Ministero della Pubblica Istruzione, e a cambiare le condizioni interne al carcere migliorandole.
Finito l'incarico al carcere Manzi lavora in una scuola elementare, inimicandosi la severa direttrice, che nel 1959 coglie al volo l'occasione: la Rai chiede che ogni scuola d'Italia mandi un maestro a fare i provini per un nuovo programma che stanno realizzando, intitolato "Non è mai troppo tardi": una scuola in tv per tutti gli analfabeti italiani (all'epoca ancora numerossisimi).
Manzi viene mandato e supera il provino....



Davvero molto bella questa fiction che ricorda una delle più amate figure della televisione italiana degli anni '60: il maestro Alberto Manzi, conduttore della trasmissione "non è mai troppo tardi", una vera e propria scuola tv grazie alla quale centinaia di italiani analfabeti impararono a leggere e scrivere, prendendo la licenza elementare. La trasmissione tra l'altro dimostrò che la televisione poteva diventare un ottimo mezzo pedagogico.
Il film tratta in particolare la giovinezza di Manzi,il suo impegno come maestro in un carcere minorile dove già mise alla prova le doti che lo contraddistinsero come professionista: l'umanità, la capacità di uscire da schemi e giudizi prefissati e la totale idiosincrasia per gli stessi, l'abilità nell'interessare gli alunni (sia delle scuole vere che televisivi)..doti che serviranno a lui in futuro, ma che sono servite a migliaia di persone per uscire dall'analfabetismo e costruire un posto nella società.
Ho apprezzato molto Claudio Santamaria, a mio avviso uno dei migliori attori italiani di oggi, che ha interpretato il maestro Manzi con semplicità, allegria, umanità e passione, ma anche Nicole Grimaudo nel ruolo della fedele moglie Ida sempre sostenitrice del marito, i vari ragazzi del carcere, ognuno dei quali spicca con la propria personalità  rendendosi diverso dagli altri...la storia è narrata con semplicità ed efficacia, e ricorda non solo i cari vecchi sceneggiati dell'epoca di Manzi, ma anche i romanzi di formazione.
Non è certo una fiction dove domina l'azione, ma l'ho trovata davvero coinvolgente e interessante, oltre all'utilità di celebrare e riscoprire una figura centrale per la Tv e la cultura del secolo scorso, che magari potrebbe servire (ma qui si entra nell'utopia...) a pensare qualche programma del tipo "non è mai troppo tardi" indirizzato agli stranieri che non parlano bene italiano....





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