lunedì 30 settembre 2013

Il discorso del re (The king's speech), 2010


 Regia di Tom Hooper , con Colin Firth (Albert, duca di York), Helena Bonahm Carter (Elizabeth Bowes Lyon), Goffrey Rush (Lionel Logue),Guy Pearce (Edoardo VI), Eve Best (Wallis Simpson), Timothy Spall (Winston Churchill).
 
Inghilterra, anni ’30. Il principe Albert, secondogenito di Re Giorgio V, soffre di balbuzie, un problema molto gosso per lui che, essendo il duca di York, deve presenziare a numerosi eventi pubblici tenendo discorsi in cui rappresenta la famiglia reale. Per aiutarlo sua moglie Elizabeth lo convince a consultare uno stravagante terapeuta, Lionel Logue, che usa metodi nuovi ed è considerato uno dei migliori nel suo campo.
Sebbene inzialmente scettico, a causa soprattutto di precedenti esperienze fallite, Albert decide di portare avanti la terapia a cui Lionel lo sottopone; cosa non facile,anche perché nel frattempo incombono ben altri problemi: il pericolo nazista e l’abdicazione da parte del fratello David, diventanto re col nome di Edoardo V…

 
Come da trama,il film ricostruisce la vicenda personale di Giorgio VI, padre dell’attuale regina Elisabetta, scegliendo di porre attenzione su un problema particolare che il pirncipe affrontò e vinse molto bene : la balbuzie. Già è un problema di non poco conto per persone comuni , figuriamoci per chi deve vivere fra discorsi pubblici e avvenimenti mondani!
Senza considerare che all’epoca le tecniche mediche e psicologiche non erano perfezionate come oggi (e nel film lo si può vedere quando Bertie va dall’ultimo medico prima di Lionel!); molto difficile, quindi per una persona che soffriva di quel disturbo , trovare il coraggio e la forza di mettersi in gioco per risolvere il problema.
E infatti il film affronta principalmente questo, evidenziando che Bertie inizialmente non è comunque il paziente più collaborativo del mondoe che, nonostante non sia una persona arrogante e presuntuosa, cerchi di maricare sui suoi privilegi reali per non andare a fondo della questione.
Colin firth ancora una volta dà prova di sé come attore di razza e sensibilità costruendo un Bertie sensibile ma a suo modo coraggioso e che, a differenza del fratello (che nel film , contrariamente alla storiografia ufficiale, viene visto solo come un irrepsonsabile superficiale) dà prova di affidabilità nel gestire i problemi della nazione (che diventeranno sempre più gravi soprattutto quando si entrerà nella seconda guerra mondiale), rigore, senso morale e di giustizioe  soprattutto impegno, sia nel privato- nel vincere il suo problema- che nel pubblico .
Ottima anche l’interpretazione di Goffrey Rush nei panni del vivace e anticonformista Lionel,soprattutto quando non si òascia vincere dalle richieste e pretese di Bertie trattandolo come tutti gli altri pazienti.
Di ottimo livello soprattutto i duetti tra i due e tr Bertie e la moglie,l’affettuosa e discreta Helena Bonahm Carter.
Il film ha avuto ben 12 nomination agli Oscar, vincendone quattro: miglior film, miglior attore protagonista (Colin Firth), miglior regista  emiglior sceneggiatura non originale.
Anche la regina Elisabetta- che qui compare bambina assieme alla sorella Margaret , deceduta nel 2002- figlia di Giorgio VI, ha visto la pellicola e ne ha apprezzato  lo spirito biografico e il valore storico ed etico.




3 commenti:

  1. Ho adorato questo film, molto emozionante e commovente. Colin Firth è un attore formidabile!!

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  2. Bel film, grazie soprattutto all'interpretazione dei protagonisti e all'atmosfera ben ricreata di quel periodo.
    Ciao!

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  3. Anche la Regina Elisabetta è rimasta molto soddisfatta dell'interpretzione di suo padre.

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