domenica 27 gennaio 2013

Il cuore di Cosette (Re Mizeraburu: Shōjo Cosette), 2007


 

 
Regia di Hiroaki Sakurai, serie tv in 52 episodi trasmessa da Italia 1 dal marzo 2012.

Sigla cantata da Cristina D’avena.

 

Nel 1815 Jean Valjean, forzato che è in galera da vent’anni per un furto, riesce ad evadere: la sua vita cambia grazie all’incontro con il caritatevole vescovo Myriel, che gli insegna l’importanza del perdono e lo convince indirettamente a rifarsi uan vita. Valjean cambia vita, col nome di Madeline diventa sindaco della cittadina di Montreuil sur mer, dove apre una fabbrica che tratta i lavoratori umanamente e con giustizia.Tutti lo amano, ma l’ispettore Javert che da anni lo insegue riesce a rintracciarlo. La vicenda di Valjean si incrocia con quella di Fantine, una giovane vedova che dopo essere stata licenziata ingiustamente dalla fabbrica si riduce in povertà per mantenere la figlia Cosette, affidata ai locandieri Thenardier, che la usano come servetta trattandola crudelmente.Quando Fantine muore, Valjean promette di rintracciare la bambina e prendersene cura…

 

A pochi giorni dall’uscita del’attesissimo film ho avuto la sorpresa di trovare su Youtube questo bellissimo cartone animato tratto (come si sarà capito dalla trama) da I MISERABILI di Victor Hugo.

Quando ero piccola molti cartoni erano tratti da romanzi, e ricordo di aver visto anche un cartone de I MISERABILI che però si fermava solo alla parte in cui Cosetta e Jean Valjean sfuggono ai Thenardier e partono per cominciare una nuova vita. Mi fa piacere vedere che qualcuno ha pensato di “recuperare” questa corrente,e spero che seguiranno altri cartoni tratti da romanzi; e, consentitemelo, mi farebbe altrettanto paicere che se questi cartoni vengano trasmessi su Mediaset non vengano messi a orari impossibili (tipo le sei di mattina)…

Tornando al cartone animato, ho trovato che sia fatto davvero molto bene, fedele al romanzo nonostante alcuni cambiamenti ovvi( dato che è indirizzato a un pubblico di bambini, Fantine diventa una vedova e dopo che è stata licenziata dalla fabbrica non mostrano che si prostituisce ma semplicemente che si ammala e non avendo soldi non può curarsi), e altri tipici dei cartoni animati (la presenza del cane Shu Shu, l’amicizia tra Cosette e Gavroche, i dispetti di Eponine contro Cosette da bambine, il parroco che cerca di aiutare Cosette di nascosto, non presenti nel romanzo); tra l’altro,assieme allo sceneggiato RAI del 1965, è l’unica delle versione cinematografiche o televisive che racconta- correttamente- del fatto che Gavroche non è un semplice monello di strada ma è il figlio dei Thenardier e quindi fratello di Eponine e Azelma).

Anche dal punto di vista grafico i personaggi sono disegnati bene- a parte Cosette adulta,a  mio avviso piuttosto bruttina- e in alcuni casi riflettono nel fisico il carattere del personaggio (i Thenardier e Javert  sono brutti, Azelma insignificante, Cosette la solita bionda buona ed Eponine la solita castana antagonista, Gavroche ha i capelli rossi e le lentiggini); sono ben delineati anche come caratteri e non vengo o trascurati nemmeno i personaggi minori (Suor Semplice, Montparnasse e la sua banda, Papà Mabeuf, il nonno e la zia di Marius).

Sono rimasta molto soddisfatta in particolare da come viene rappresentata uno dei miei personaggi preferiti,la sfortunata Eponine, tra l’altro davvero molto bella; particolarmente  toccante la scena della sua morte, come già nel romanzo.

Me lo sono vista e goduto tutto d’un fiato. Mi raccomando se avete bambini fateglielo vedere!





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