martedì 29 novembre 2011

La Kryptonite nella borsa, 2011







 
Regia di Ivan Cotroneo, con Valeria Golino (Rosaria), Luca Zingaretti (Antonio), Luigi Catani (Peppino), Libero De Rienzo ( Salvatore ), Cristiana Capotondi (Titina), Vincenzo Nemolato (Gennaro), Monica Nappo (Assunta), Fabrizio Gifuni (Dottor Matarrese).

Napoli 1972: Peppino, nove anni, vive con i genitori Antonio e Rosaria; in famiglia c’è anche lo strambo cugino Gennaro, che crede di essere Superman. Purtroppo Gennaro muore investito da un bus, ma continua saltuariamente a venire a trovare il cugino cercando di infondergli coraggio e fiducia in sé stesso, mentre tutto attorno il mondo degli adulti sembra crollare: Rosaria cade in depressione dopo la scoperta del tradimento del marito, Antonio si trova a dover gestire da solo il figlio e quando il padre è al lavoro Peppino viene affidato a Salvatore e Titina, i due giovani e ribelli zii, che lo portano a feste hippy e raduni femministi…

Se volete vedere un bel film italiano, vi consiglio questo; mi è piaciuto davvero molto, mi ha divertito, rasserenato (perlomeno il tempo di arrivare al parcheggio della multisala!), coinvolto. E' tratto dall'omonimo romanzo dello stesso Ivan Cotroneo,
E’ una storia semplice di gente comune in un contesto storico e sociale, gli anni ’70, pieno di cambiamenti, che qui però viene visto in modo privo di nostalgia come avviene di solito; una storia in cui tutti si possono riconoscere, che narra di una crescita non solo sociale (vedi sopra) ma anche personale; crescita che non sempre coincide cn le aspirazioni dei personaggi (la zia ribelle e femminista che alla fine si sposa perché incinta è l’esempio più lampante in questo senso), ma anche del protagonista Peppino- attraverso gli occhi del quale la vicenda viene narrata- che imparerà che essere sé stessi è la cosa più giusta e importante, e della madre Rosaria che cade nel tunnel della depressione dopo che il tradimento del marito ha distrutto le sue certezze di donna ma che alla fine , come dice lei stessa, impara a non giudicarsi più.
Ho trovato molto bravi tutti gli interpreti, compresa Cristiana Capotondi, attrice che non mi ha mai detto nulla di particolare e che ho sempre trovato troppo leziosa; soprattutto mi è piaciuta la Golino, attrice molto espressiva e intensa anche in altri ruoli.
Il povero Peppino passa per vicende tragicomiche degne di nota, narrate con leggerezza e umorismo anche quando in realtà il poveretto se la vede brutta (ad esempio quando gli viene data una pasticca di lsd), e alla fine, nonstante venga più volte fatto notare dagli altri personaggi, che viene considerato un bambino problematico, capiamo che in realtà sono gli adulti intorno a lui ad avere qualche problemino…Peppino avrà perlomeno la consolazione di essre appoggiato dal defunto Gennaro, figura stramba e consolatoria che però appare al bambino come l’uncio possibile mentore, in quanto, seppure convinto di essere Superman, è perlomeno l’unico che sa chi è, cosa vuole veramente e contento della sua vita.
Ovviamente viene ricostruita l’epoca degli anni ’70 con ottime musiche, colori, vestiti, acconciature, auto ecc,….una vera delizia per chi, come me, è appassionato dell’epoca!

Nessun commento:

Posta un commento